Il fazzoletto …

Il fazzoletto …

dalla stoffa alla carta

Quando il raffreddore o le allergie ci mettono a terra nelle nostre mani è sempre presente lui: il fazzoletto. Ci aiuta anche ad asciugare gli occhi quando piangiamo oppure per tamponare la fronte quando siamo sudati.

Già gli antichi Romani usavano la versione “preistorica” del fazzoletto, un rudimentale pezzo di stoffa; non uno solo, addirittura due: per pulirsi naso e bocca, l’altro per detergere viso e collo durante le lunghe giornate calde.

Facendo un balzo temporale all’epoca rinascimentale vediamo il fazzoletto in una versione già più raffinata. Spesso decorato con stemmi nobiliari, realizzato in lino e di forma quadrata. Quelli femminili erano impreziositi da merletti e ricami.

Alla corte di Francia il Re Sole, Luigi XIV inserì il fazzoletto come accessorio indispensabile sia per i cavalieri che per le dame. Talvolta usato da quest’ultime come oggetto di seduzione; se interessate ad un uomo lasciavamo cadere “accidentalmente” il loro fazzoletto di pizzo e ricco di essenze profumate affinché fosse raccolto dal gentiluomo prescelto.

Nel corso del tempo il fazzoletto è diventato di uso comune, realizzato per lo più in cotone, alcuni portano ricamate le iniziali della persona.

Nella prima metà del Novecento arrivano i primi fazzoletti di carta usa-e-getta. Ideati primariamente per rimuovere il trucco, quindi in ambito cosmetico. La loro successiva diffusione è dovuta soprattutto per una questione igienica, usandoli una sola volta e gettandoli si evita di tenerli in tasca.

 

 

 

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