Il cellulare entra in classe

Il cellulare entra in classe

Favorevoli o contrari?

I ragazzi non vedono l’ora! Certo, il cellulare è diventato l’amico fedele dal quale non ci si può mai staccare. Se manca o se dimenticato a casa, molti ragazzi entrano in crisi.

Come riportato su molti quotidiani e riviste, la Ministra dell’Istruzione dice sì al cellulare nelle scuole. Ritiene che il cellulare sia uno strumento di studio e che faciliti l’apprendimento.

Ma sarà davvero possibile fare lezione in classe con 20 ragazzi con lo smartphone in mano?

Non c’è che dire, la tecnologia fa parte dell’epoca contemporanea, ma lanciare una tale proposta, senza regole e controllo può diventare assai difficile da gestire.

Molti ragazzi, quando sono connessi ad Internet o intenti a chattare sui social con ipotetici amici virtuali, si isolano dal resto del mondo.

Inoltre, una volta messo da parte lo smartphone, si collegano tramite PC a videogiochi. Sempre più lontani dalla realtà.

Ricordiamo anche che Internet nasconde pericolose insidie, come ad esempio il cyber bullismo, pedofilia o altri tipi di trappole rischiose.

Da non sottovalutare anche i costi per le famiglie. Non tutti i ragazzi hanno a disposizione un cellulare di ultima generazione, per cui acquistare nuovi dispositivi non sempre è facile economicamente.

Forse prima di legittimare i ragazzi a usare il cellulare in classe, sarebbe stato meglio rendere più tecnologiche le scuole. Ad esempio, in aula dotare ogni banco di tablet o mini-tablet, debitamente controllato. Creare un’applicazione sul PC dell’insegnante che monitorizzi i vari device.

Mentre in molte scuole ci sono già le LIM, le lavagne interattive.

Il mondo di Internet offre davvero tante possibilità e occasioni. E’ uno spazio di assoluta libertà. Giovani e giovanissimi sono fortemente attratti dal web. E se usato nella giusta maniera può essere davvero uno strumento ricco e apprezzabile.

[Fonte testo: Massimiliano Briganti, educatore professionale]

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